postato il: 11/08/2014 - L'ULTIMO 'CASINO' DI PISA
Fino al 700 la prostituzione di esercitava in Piazza del Grano (oggi Piazza delle Vettovaglie) e in via Tavoleria. Quando i Lorena”sfrattò” le case di tolleranza, lamprostituzione si spostò a Mezzogiorno intorno a piazza dei Facchini e a Tramontana nella zona di Sant’Andrea.
Nel primo dopoguerra, nel 1919 apre il Villino Rosa destinato a restare, a tramontana, l’unica casa di tolleranza, la più “elegante” di Pisa. A mezzogiorno c’erano la casa “ai Chiodi, al Cappello (o da Violetta), alla Colonna(o da Alvara). Nerina, la tenutaria del Villino Rosa si chiamava in realtà Clelia Croce. La sua casa era per clienti facoltosi, di classe. Nerina era una vera manager, generosa coi bisognosi che aiutava nel quartiere di Sant,Andrea. Quando arrivavano le nuove ragazze, Nerina le faceva sfilare per i Lungarni in carrozza aperta, col vetturino con bombetta e redingote.
Il 20 settembre 1958 con la Legge Merlin lo stato perde buone contribuenti. Nerina tolse il colore rosa alla casa e visse d’affitti fino alla vendita dell’immobile.
Notizie prese dal “Il romanzo della città” di Renzo Castelli